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Digital Trend 2021: uno sguardo al passato, idee per il futuro

Digital Trend 2021 uno sguardo al passato idee per il futuro - dsmarketing
Puntuale come Cenerentola allo scoccare della mezzanotte, We Are Social e Hootsuite ci consegnano il “Digital 2021”, il report sul digitale che riassume come sono cambiate le nostre abitudini online a livello globale. Uno sguardo al recente passato per capire come le persone si muovono in Rete, e per guardare al futuro, orientare e rendere più efficace il modo in cui interagiamo con i nostri pubblici.

Digital trend 2021: i numeri, storie da raccontare.

di Silvia Caruso
Consulente di Comunicazione, Personal Branding e Digital Strategy

Da professionista delle parole, amo poco i numeri, i dati, le statistiche. 

Nonostante questa mia ormai proverbiale antipatia, mi sono adattata per lavoro e ho imparato a ingurgitarne parecchi senza lamentarmi troppo.

Ho capito, alla fine, che anche le più aride percentuali possono raccontare delle storie, se sappiamo interpretare i loro codici, e possono aprirci un piccolo varco verso sfaccettature inedite della realtà sociale, economica e professionale a noi più vicina.

Nel caso del report curato da We Are Social, in collaborazione con Hootsuite, che riassume i Digital Trend 2021 a livello globale, con un focus anche sull’Italia, nel bel mezzo del cammino fa il suo ingresso un “personaggio” inaspettato e decisamente poco gradito: il Covid 19. 

Tutti, all’inizio, pensavamo che sarebbe stata solo una fugace comparsa. 

Nessuno si aspettava che, invece, sarebbe diventato regular.
Eppure, ha cambiato tutto, ci sta cambiando tutti. L’impatto che la pandemia globale ha avuto su di noi è evidente ancora oggi, persino nell’amara rassegnazione che nulla sarà più uguale a prima. Ne viviamo, con alterne vicende, le conseguenze; assistiamo, più o meno consapevolmente, a una trasformazione delle nostre abitudini.

 

Il report Digital 2021 scatta un’istantanea di come il nostro rapporto con i mezzi digitali sia cambiato, spinto anche dalla pandemia e dai lockdown: pc, smartphone, tablet sono diventati più che mai compagni fedeli durante le lunghe giornate in casa. Spiega nel dettaglio cosa facciamo con questi strumenti, come li utilizziamo, su che piattaforme e canali online navighiamo nella vita di tutti i giorni. Certifica, infine, quello che già sappiamo: l’aumento dell’uso di Internet durante la pandemia, trainato dalla necessità di trasportare nel mondo virtuale una parte di quelle relazioni dal vivo cui abbiamo dovuto rinunciare per tutelare la salute pubblica. Studio, lavoro, intrattenimento: in Italia non è solo aumentato il tempo che abbiamo trascorso online a fare cose diverse. Colpisce soprattutto la diffusione di Internet tra coloro che non ne avevano familiarità: circa 1 milione di persone si sono connesse a Internet per la prima volta proprio nel 2020.

Digital trend 2021: italiani, popolo di naviganti.

Sono ben cinquanta milioni gli italiani rapiti dal mondo virtuale. Di questi, quarantuno milioni sono fedeli utilizzatori di piattaforme social, con un incremento di due milioni rispetto all’anno precedente.
Pur essendo, ormai, tutti muniti di smartphone veloci, efficienti e iper connessi, tre persone su quattro prediligono il portatile o il pc desktop. Trascorriamo connessi almeno sei ore al giorno, due sui Social Network. Qui, in particolare, le persone hanno dichiarato di aver preso parte a conversazioni online, oltre – dato molto interessante se rapportato al mezzo, regno della gratuità assoluta – ad aver fruito (tre persone su cinque) di contenuti a pagamento.
Tra le piattaforme più usate, sono saldamente al timone Google e Facebook con i relativi ecosistemi (dominano Youtube, Whatsapp, Facebook e Instagram), ma fa finalmente il suo ingresso tra i grandi anche Telegram. È sempre più apprezzato il formato audio, già prima che esplodesse il fenomeno Clubhouse, al punto che una persona su quattro ha dichiarato di ascoltare regolarmente podcast.


Cosa fanno le persone sui Social Network nello specifico? Come interagiscono con i contenuti che appaiono sul loro newsfeed? Secondo il report, in media, negli ultimi trenta giorni, gli intervistati hanno:

  • messo 14 like a dei post;
  • condiviso 2 contenuti;
  • cliccato su 21 adv.

Digital trend 2021: la rivincita degli e-commerce

Gli italiani hanno scoperto lo shopping online. O meglio, hanno dovuto, per ovvi motivi pandemici, sperimentare e affidarsi con maggiore frequenza agli store virtuali. Hanno capito che acquistare online è meno complicato di quanto appaia, veloce e sicuro: pare che, nel 2020, abbiano speso il 24% in più rispetto al 2019. E anche in questo caso c’è un dato particolarmente interessante: la maggior propensione all’acquisto è trasversale a tutte le fasce d’età, dai 16 ai 64 anni.
Non cambia il bisogno d’informazione, che trova nei motori di ricerca il canale eletto. Prima dell’acquisto, le persone fanno ricerche, si informano, leggono recensioni, chiacchierano con gli altri in rete per conoscere le loro esperienze, fare confronti tra prodotti e prezzi, navigano sui siti dei brand. In questa fase che precede ogni acquisto (il buon, vecchio momento zero della verità), i motori di ricerca sono una salda ancora di salvezza con l’86,5% degli utenti che ne ha fatto un ampio uso per cercare prodotti e servizi. Tutti i dispositivi intervengono per acquistare online, anche se un buon 46,75% lo fa direttamente da smartphone. E la voice search ovvero le ricerche vocali? Ne fa uso il 37,1%.

Marketing, trend, persone: capire le macro tendenze per migliorare il focus.

Seppur in parte influenzati dalla grave situazione che abbiamo tutti vissuto lo scorso anno, è facile leggere in questi numeri percentuali e tendenze che non si esauriranno di certo nel breve termine. Indietro non si torna e nella vita post Covid che ci aspetta dietro l’angolo continuerà a crescere la familiarità con Internet, il ricorso alla smart working sarà ancora al centro del dibattito, il web sarà una risorsa concreta che, in un momento di grande difficoltà, ci ha aiutato a tenere vivi i rapporti con gli altri, a studiare, a lavorare.
Sono dati da conoscere, a cui dare il giusto peso e senso, facendo attenzione alle macro tendenze per calare questi freddi numeri nei contesti a noi più vicini, negli ambienti in cui si inseriscono le nostre comunicazioni, i nostri messaggi. Anche solo come stimolo per fare raffronti, approfondimenti, analisi più specifiche, per evitare che a guidare le nostre azioni siano più i convincimenti, il sentito dire, le percezioni. Un appiglio alla realtà. Così, se qualcuno emette l’ennesima sentenza – come mi è capitato di sentire recentemente – che “Facebook, ormai, non lo usa più nessuno, tutti si stanno spostando su Instagram”, sarà la conoscenza specifica delle reali abitudini, propensioni, anche dei limiti dei pubblici con cui le nostre attività economiche si confrontano giornalmente a determinare la scelta di potenziare determinati touchpoint per raggiungerli e interagire con loro. Per quanto, pur nella sua superficialità, quell’affermazione possa essere veritiera, alla fine i dati che raccogliamo sul campo possono dare un quadro ben diverso proprio perché tarato sulle specifiche caratteristiche delle persone.

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